Mostre
Chi sale due piani di scale si merita un premio e una sorpresa. Sto impiegando grandi energie ed impegno per realizzare un calendario annuale di mostre che premi queste aspettative. E seguo un criterio semplice : proporre solo ciò che mi piace e mi fa crescere. Una visione egocentrica, che però mi consente di trasmettere entusiasmo e autenticità.
Perciò aspettatevi proposte insolite, di nicchia, ma non perché pensate per un pubblico di privilegiati. 1 Stile è per chiunque abbia voglia di sperimentare emozioni culturali nuove, stimolanti.
Senza preconcetti e, tuttavia, con la passione per le tradizioni che ci hanno consegnato l’intelligenza del ben fare. Mostre che aprono le porte al talento: che sia in forme avveniristiche o nella riproposizione di nobili forme. Spazio dunque ai giovani, sia d’età che di spirito: ricordando che non sempre le due cose equivalgono. Mostre per incontrarsi a conversare tra pareti colorate, in ambienti caldi e accoglienti che stimolino circolazione di idee e scambio di opinioni.
CATERINA BORGHI - BEATRICE PASTORIO, De pictura fabricae | 20 ottobre-18 novembre 2017
Sotto il nome di De pictura fabricae si raggruppa una serie di eventi, inaugurata il 1 ottobre dalla performance orafa live di Barbara Del Rio che ha realizzato bijoux in metallo smaltato ispirati a dettagli dei tessuti della collezione Ratti.
Il 20 ottobre alle ore 18 apre i battenti in galleria la mostra omonima, allestita dalle artiste Caterina Borghi e Beatrice Pastorio, sviluppata sul concept dell’esposizione “Il Tessuto come arte”. Le artiste esporranno i bozzetti preparatori per dipingere (è prevista anche una sessione live ) alcuni capi esclusivi della collezione Mantù realizzati dall’azienda di alta moda Castor che verranno esposti in questa mostra dedicata, in collaborazione con il Centro Internazionale di Arte e Cultura di Palazzo Te.
A conclusione del progetto De pictura fabricae, in dicembre, artiste ed orafa predisporranno, nella stessa sede, ateliers creativi per avvicinare i ragazzi delle scuole all’arte della pittura su stoffa e all’assemblaggio della stessa a preziosi bijoux.
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FABRIZIO BERTI, Ritr'attrazioni | 8-24 giugno 2017
Di cosa parliamo quando ci interessiamo di Pop art? Letteralmente di Arte popolare, movimento artistico nato negli Stati Uniti d’America negli anni sessanta del ‘900 e poi diffusosi in Europa, “basato sulla riproduzione esasperata e deformata, in chiave critica e ironica, dei materiali e dei simboli della civiltà dei consumi”. Se si osserva il lavoro di Fabrizio Berti con attenzione non si può fare a meno di notare che, quantunque i soggetti ritratti siano spesso molto popolari e la chiave sottilmente ironica sempre presente, non vi è nulla che possa con evidenza richiamare il consumismo. Anzi i ritratti, con quella attenzione ai dettagli che costituisce la cifra stilistica dell’artista, parlano con linguaggio rispettoso. Persino nel caso di Hitler che viene trattato con distacco, utilizzando il grigio tono su tono. Piuttosto, per Berti, viene in mente il termine elegante. Mai gridata, la sua pittura ricorda i vividi colori e la lenticolarità di un miniaturista impegnato a studiare il personaggio, ché sempre di ritratti è fatta la materia della sua ricerca. Immagini così perfette nella loro stilizzazione che sopportano di essere osservate dal formato più piccolo a quello più grande. Con un trattamento del colore che ricorda gli smalti cloisonné- tecnica molto antica che consisteva nel predisporre alveoli di metallo destinato a contenere polveri colorate poi lisciate e lucidate- Fabrizio Berti mostra di padroneggiare la tecnica attraverso solide basi culturali. E allora viene il sospetto che l’apparente ”facilità” di lettura di questi ritratti nasca dal desiderio di dialogo, di una relazione ampia col pubblico, che è il vero protagonista, perché alter ego, della poetica bertiana. Ma osserviamoli da vicino questi personaggi che come tratto distintivo hanno tutti lo stesso naso. Non un dettaglio insignificante, ma tratto distintivo, quasi una firma. Vediamo perché.
L’olfatto è il senso più immediato perché i messaggi olfattivi non subiscono elaborazioni, ma giungono al cervello integri e dunque, simbolicamente, possiamo accostarlo all’intuito. Secondo il grande musicista russo Igor Stravinsky “Il naso sente un odore e sceglie. Un artista è solo un animale in cerca dei tartufi che il naso gli indica”. Dunque Fabrizio Berti ci trasmette una serie di messaggi, alcuni manifesti altri più sottili e là dove prevale la logica dell’assolutamente riconoscibile essa viene subito bilanciata con la parte meno razionale
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Alberta Pellacani INATTESE E MOLTEPLICI ASSONANZE P.U.MN||02
Alberta Pellacani con questo progetto si propone con una fotografia immersiva che ha scelto l’acqua come punto privilegiato d’osservazione. E come l’immersione provoca onde e increspature così queste immagini trasformano la visione, deformandola. Siamo alla seconda tappa di un percorso scelto accuratamente: dopo Venezia coi suoi canali e il mare di laguna, Alberta osserva Mantova dall’interno del suo fiume che si è fatto lago. Acque calme, mai agitate da venti marini: sono l’habitat naturale per una visione panica della vita fatta di silenzi e lunghe attese. Del contesto si è scelto quasi di ignorare l’uomo e i suoi manufatti, privilegiando le suggestioni naturalistiche. E il tremolare delle fotografie diviene scrittura per i colori di vegetazione, cielo e acqua. Il filo dell’orizzonte ci avvolge costringendoci ad uno sguardo più attento, più sottile. Il moto apparente ci culla riportandoci ad una dimensione interiore, in una atmosfera sospesa tra paesaggio ed emozioni profonde. Sono quelle del grembo materno e del primo sguardo, incontaminato, sul mondo.
Il bellissimo video, che ne è accompagnamento e sostegno, completa il progetto sensoriale ed emotivo. Poiché la musica di Roberto Memoli è scelta empatica che veicola le emozioni oltre l’apparenza visiva. A noi, è affidato il transfert. A ognuno di noi con la propria unicità e sensibilità si chiede di partecipare a questo progetto. Che definire fotografico suona riduttivo. Perché Alberta lavora coinvolgendo le emozioni
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