Mostre
Chi sale due piani di scale si merita un premio e una sorpresa. Sto impiegando grandi energie ed impegno per realizzare un calendario annuale di mostre che premi queste aspettative. E seguo un criterio semplice : proporre solo ciò che mi piace e mi fa crescere. Una visione egocentrica, che però mi consente di trasmettere entusiasmo e autenticità.
Perciò aspettatevi proposte insolite, di nicchia, ma non perché pensate per un pubblico di privilegiati. 1 Stile è per chiunque abbia voglia di sperimentare emozioni culturali nuove, stimolanti.
Senza preconcetti e, tuttavia, con la passione per le tradizioni che ci hanno consegnato l’intelligenza del ben fare. Mostre che aprono le porte al talento: che sia in forme avveniristiche o nella riproposizione di nobili forme. Spazio dunque ai giovani, sia d’età che di spirito: ricordando che non sempre le due cose equivalgono. Mostre per incontrarsi a conversare tra pareti colorate, in ambienti caldi e accoglienti che stimolino circolazione di idee e scambio di opinioni.
- un reportage fotografico eseguito all’indomani del sisma dal professionista romano Tommaso Protti, scatti caratterizzati da drammatica essenzialità.
- una galleria di immagini realizzate a china ed acquerello dall’artista mantovano Guglielmo Calciolari, che restituisce con ispirato realismo le architetture dei luoghi prima del sisma.
TOMMASO PROTTI e GUGLIELMO CALCIOLARI, Arte e Memoria | 23 Maggio - 15 Giugno 2013
Una mostra di chine, acquerelli e fotografie per onorare la memoria dei luoghi colpiti dal terremoto esattamente un anno fa.
A un anno di distanza dal sisma che colpì Basso mantovano ed Emilia-Romagna, la home gallery 1 Stile propone una mostra di disegni e fotografie per non dimenticare le difficoltà della ricostruzione e auspicare la rinascita.
L’esposizione, affiancata da altri eventi, presenterà:
Biografia Guglielmo Calciolari >>
IRENE SARZI AMADE' e GIULIA BOCCHI, Differenziata | 3 - 18 Maggio 2013
"In un mondo sempre più impoverito, dalle risorse limitate, lo scarto diviene prezioso e l’energia contenuta nei rifiuti li fa veicolo di riscatto trasformandoli in “oggetto estetico”.
Differenziata è una mostra di abiti realizzati da Irene Sarzi Amadè e mosaici di Giulia Bocchi.
Avvalendosi di materiali della contemporaneità ed attingendo a piene mani alle avanguardie
artistiche, Irene Sarzi Amadè veste i manichini in modo originale. Ignorando velluti e sete, con perizia nel manipolare
materiali poveri nati per altro uso, riciclati e fatti rivivere con un effetto che suscita meraviglia e
sorpresa, dimostra come essi possano assumere nuovi significati espressivi se sapientemente
interpretati e combinati.
Ha scritto di lei Guido Folco:"[…] Irene è l'illusionista dell'Arte, la trasformista della materia e crea come per magia,
splendidi abiti, di gran moda utilizzando materiali riciclati, come carta di giornali e quotidiani,
plastiche, sacchetti, lattine, metamorfizzando così l'idea in oggetto con un'operazione ermeneutica,
interpretativa che va oltre lo stile per arrivare all'estetica”
Giulia Bocchi esegue dal 2008 mosaici in alluminio e acciaio lucenti, tagliati in piccole tessere applicate su legno. L’origine è impura: viene dalla spazzatura, dall’ utilizzo di lattine svuotate, schiacciate, inutili che sono rifiuto, eredità di nessuno, e che quotidianamente terminano il loro ciclo nell’immondizia.
Giulia utilizza questo contenitore scartato e lo trasforma in una materia plasmabile, fonte di colore lucente Distruggere qualcosa di estraneo al mosaico per farne lo strumento principale significa fargli perdere funzioni e forme, quelle per cui era stato creato, proiettandolo invece verso qualcosa di assolutamente nuovo e diverso. Si tratta di distruggere un oggetto banale, seriale, commerciale, per creare un oggetto irripetibile e unico. Questi mosaici possono offrire riflessioni sul tempo, sui lunghi minuti di paziente assemblaggio dei tasselli necessari per realizzare i ritratti eseguiti con grande maestria da Giulia, suggerendo di dedicare qualche immobile momento anche alla loro fruizione. Le tessere di alluminio possono trasformare ciò che superficialmente si considera scarto: con la giusta prospettiva, il rifiuto diviene immagine, valore, comunicazione, arte. Il riciclo suggerisce di abbandonare pregiudizi e preconcetti per aprirsi a nuovi punti di vista da cui osservare il mondo.
Biografia Irene Sarzi Amadè >>
ALESSANDRO VILLA, Riflessi | 7 - 27 Aprile 2013
"Ci sono due anime che convivono in Alessandro Villa ed equilibrio è la parola cui prestare attenzione quando si osserva il suo lavoro.Semplice e complesso, come la sua ricerca. Che non riposa mai.Anche nella pacatezza dei modi, egli è vitale e deciso. Un’energia da incanalare, un puledro di razza riconosciuto a sedici anni da un maestro che gli ha dato strumenti, tecnica e mestiere. Ma il cuore, quello, ce lo mette lui.
Ha respirato in casa l’odore della trementina e le atmosfere, le chiacchiere intorno alla pittura non sono certo andate perse. Non è frutto del caso la sua inquadratura estetica, ma un’attenzione spontanea all’armonia, ai dettagli. Un ritornare indietro, ripercorrendo i propri passi ponendosi all’ascolto di un dialogo interiore, l’evolversi di un percorso intenso, attento. Eppure il controllo è lieve, difficile percepirlo e distinguerlo dalla naturalezza del gesto. Così opere create di getto, scatti mai dubitati, si fondono a fotografie riprese in mano dopo anni e guardate con occhi nuovi. Questa è la chiave per capire questa mostra e gli accostamenti, le scelte di Alessandro.
Indizi, disseminati a piene mani ci rivelano il suo amore per la natura: sono i dettagli a tradirlo. Sapere delle sue scalate solitarie, il tempo che si prende a decidere un’inquadratura ci aiuta a comprendere un giovane uomo che vive con pienezza e non è geloso delle proprie emozioni. Sì, una parola importante nel suo lessico artistico è relazione. Perché Alessandro Villa, che coltiva un suo ricco mondo interiore, pure ce ne fa dono attraverso scatti eleganti e coinvolgenti.
Per non parlare della “sua” Venezia: una laguna così energetica non si era mai vista! Pare un ossimoro: ma come? una città così decadente! Eppure in queste elaborazioni fotografiche riesce a sorprenderci. Perché la città si riflette in mille frammenti, si specchia vanitosa, colorata e preziosa. Ebbra di vita e di sogno. Percepiamo, un pannello dopo l’altro, la memoria della sua ricchezza, dei suoi mercanti chiassosi, di un crogiolo rutilante di civiltà e di accenti.
Alessandro ama Venezia e si sente. Di un amore che ricrea, resuscita, stravolge e rende eterno.
E’la magia che sa fare l’occhio di un fotografo con l’anima di un pittore”.