Mostre
Chi sale due piani di scale si merita un premio e una sorpresa. Sto impiegando grandi energie ed impegno per realizzare un calendario annuale di mostre che premi queste aspettative. E seguo un criterio semplice : proporre solo ciò che mi piace e mi fa crescere. Una visione egocentrica, che però mi consente di trasmettere entusiasmo e autenticità.
Perciò aspettatevi proposte insolite, di nicchia, ma non perché pensate per un pubblico di privilegiati. 1 Stile è per chiunque abbia voglia di sperimentare emozioni culturali nuove, stimolanti.
Senza preconcetti e, tuttavia, con la passione per le tradizioni che ci hanno consegnato l’intelligenza del ben fare. Mostre che aprono le porte al talento: che sia in forme avveniristiche o nella riproposizione di nobili forme. Spazio dunque ai giovani, sia d’età che di spirito: ricordando che non sempre le due cose equivalgono. Mostre per incontrarsi a conversare tra pareti colorate, in ambienti caldi e accoglienti che stimolino circolazione di idee e scambio di opinioni.
CLAUDIA MORETTI e MILENA GIACOMAZZI, Parole celate | 31 maggio- 28 giugno 2014
Racconti al femminile di un universo infinito, quello di Claudia Moretti, catturato dall'occhio complice e attento di Milena Giacomazzi, sono le fotografie che danno il titolo all’intera esposizione. Oltre ad esaltare il lato poetico della “rimembranza”, concedono una nuova vita: nuove parole non più dette, parole celate.
La sequenza di scatti ritrae Claudia con una veste bianca (non proprio “una” ma la sua speciale veste d’artista) in una danza spirituale raffinata e colta dove corpo e mente sono in movimento.
Un segno sicuro scivola fluido ed elegante, tracciando un sentiero, tra sfumature di luce e di oblio; prevalgono il bianco e il nero, colori-non colori che tuttavia racchiudono un mondo intero: fantasie, ricordi, intensità, emozioni. Un mondo che piano piano appare, si scopre e si legge tra le forme, i colori, le sfumature, i dettagli di ognuna delle opere presenti in mostra che abbracciano l’intera poetica della Moretti e che ci parlano quindi di lei. Sono infatti presenti lavori risalenti agli anni ’90, come Letto, Sagome reperto, Corpo Folle Occhio Seno da cui traspare l’eccezionale esperienza che Claudia apprese attraverso le testimonianze delle donne rinchiuse in un ospedale psichiatrico in Germania; si arriva agli anni 2000 con la delicata installazione delle Ballerine, leggere, eleganti, soffici come nuvole; risale al 2012 l’installazione Anche le pecore scrivono poesie con quella folla di occhietti vispi e ridenti che ci osserva, ci scruta senza giudicare; infine l’Installazione incompiuta Guerriere, credo il suo grande testamento interiore, quella che ci fa capire forse meglio di ogni altra, la sua sicura proiezione nell'universo della contemporaneità e purtroppo tragicamente interrotta, una sintesi di forza, bellezza, ironia, femminilità, eleganza, passione, una sintesi di Claudia. Chissà dove sarebbe arrivata? (Giulia Santi)
Biografia Milena Giacomazzi >>
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MARTA PRIMAVERA, Progetti di verosimiglianza ed altre fantasticherie | 8-24maggio 2014
Scrive Daniele De Luigi nella presentazione della mostra :”Marta Primavera costruisce, grazie alla tecnica del fotocollage digitale, scene visionarie che coniugano paesaggi e vedute urbane di secoli passati ad elementi iconografici che caratterizzano il nostro tempo. Partendo da pitture e illustrazioni d'epoca che mostrano i luoghi com'erano secoli addietro, l'artista vi inserisce immagini fotografiche rielaborate, ispirate a vicende e situazioni contemporanee tratte dalla cronaca locale, di cui lei stessa diventa protagonista: in molti casi, infatti, si tratta di autoritratti appositamente realizzati, in cui Marta interpreta personaggi della nostra quotidianità, mescolando con la fantasia situazioni verosimili e circostanze impossibili.
Per la sua mostra personale alla galleria 1Stile, la giovane artista presenta tre serie di immagini. Le prime due sono state realizzate rielaborando affreschi presenti a Città di Castello (Saluti e baci), e acquerelli ottocenteschi dei dintorni di Londra (London refurbishment). La terza è un ciclo di opere inedite dedicate alla città di Mantova (Mantova tra passato e presente), pensate e realizzare specificatamente per questa occasione. Piazze e luoghi celebri della città - da Palazzo Te al teatro Sociale, da piazza delle Erbe al Lago di Mezzo - così come si presentavano nell’ Ottocento, si popolano di figure e oggetti tipici della nostra epoca, e della presenza dell'artista, in immagini sorprendentemente raffinate, ricche di ironia e poesia, capaci di far riflettere sui legami inattesi tra il passato e il presente della città.
Come sottolinea l'artista stessa, il patrimonio artistico e monumentale italiano è infatti inscritto nel nostro DNA, ma il nostro rapporto con esso non è sempre semplice. "Il mio lavoro è un messaggio per l'artista contemporaneo. Come una bambina che prova a camminare con le scarpe della mamma, mi confronto con le opere del nostro glorioso passato inserendo i miei autoritratti in dipinti antichi. Siamo sopraffatti o ispirati dalla forza del nostro passato artistico? O piuttosto lo ignoriamo?"
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BENEDETTA SEGALA, Esistere | 6 aprile - 3 maggio 2014
Benedetta Segala nasce a San Nicolò Po in terra mantovana e ad essa attinge affetti, cultura e ispirazione. Fin da bambina sperimenta l’astrazione col colore sulle tele abbandonate dal papà dopo un timido isolato tentativo espressivo. Sarà lei a prendere in mano il testimone saldamente e a coltivare le suggestioni paterne vissute con lui in riva al fiume. Sono gli odori, i colori, i suoni della natura appresi a Po nei lunghi pomeriggi passati a leggere in una buca scavata nell’erba dal corpo che penetrano attraverso i pori fino a raggiungere un nucleo che non abbandoneranno più. Nemmeno nei lunghi anni di studio prima a Bologna, poi soprattutto a Marsiglia dove consegue laurea, riconoscimenti, esposizioni.
Ora è la terra malese a ospitare questa donna nomade in cerca di sè stessa per esprimere sempre più liberamente la propria creatività. E se oggi assistiamo con stupore a questa festosa esplosione di colori, al ritorno all’astratto dopo lunghe sperimentazioni nella scultura e installazione, dopo molti quadri ancora naturalistici, è perché Benedetta si è ricentrata su di sé in una ritrovata voglia di “asciugare”, togliere per vivere la pienezza emotiva del colore. Che in lei risolve il dualismo tra corpo e anima.
Abbandonata momentaneamente la tela, sperimenta con piacere il gesto sulla carta affidando il risultato ai molti strati di velature di colori: mai primari, nell’assenza del disegno vissuto come una gabbia, ma ispirati alle brume padane, scaldati dal cielo della Cote prima, dal sole malese poi.
Esistere è un omaggio alla vita e a chi ha permesso con la comprensione e l’amore che la vita accadesse. A noi il piacere di una pittura che parla un linguaggio diverso al nucleo emotivo di ciascuno!