Mostre
Chi sale due piani di scale si merita un premio e una sorpresa. Sto impiegando grandi energie ed impegno per realizzare un calendario annuale di mostre che premi queste aspettative. E seguo un criterio semplice : proporre solo ciò che mi piace e mi fa crescere. Una visione egocentrica, che però mi consente di trasmettere entusiasmo e autenticità.
Perciò aspettatevi proposte insolite, di nicchia, ma non perché pensate per un pubblico di privilegiati. 1 Stile è per chiunque abbia voglia di sperimentare emozioni culturali nuove, stimolanti.
Senza preconcetti e, tuttavia, con la passione per le tradizioni che ci hanno consegnato l’intelligenza del ben fare. Mostre che aprono le porte al talento: che sia in forme avveniristiche o nella riproposizione di nobili forme. Spazio dunque ai giovani, sia d’età che di spirito: ricordando che non sempre le due cose equivalgono. Mostre per incontrarsi a conversare tra pareti colorate, in ambienti caldi e accoglienti che stimolino circolazione di idee e scambio di opinioni.
RENZO FERRARINI Acquerelli | 13 marzo-15 aprile
La presenza dell’uomo è sempre avvertibile negli acquerelli di Renzo Ferrarini (1928-2001). Anche nei suoi bellissimi interni. Scenografie preparate ad ospitare la vita: il vino versato nel bicchiere, una tavola apparecchiata, fiori freschi in un vaso o un libro aperto sul tavolo testimoniano presenze.
Molto conosciuto a Mantova ed apprezzato per le vedute della città, si è scelto per questa mostra il Ferrarini intimista e il viaggiatore che anima le sue vedute con sagome lievi quasi che il medium dell’acqua suggerisca un velo alla loro consistenza. Leggerezza in dialogo con la grana grossa della carta fatta a mano che le conferisce struttura.
La luce filtra dalle persiane o dalla finestra spalancata su un giardino, secondo la sensibilità sollecitata da un’emozione atmosferica. La luce artificiale si confronta con quella naturale.
Acquerelli di vedute colte con ogni luce, la stagionalità diviene pretesto per un uso completo delle gamme cromatiche a disposizione dell’artista: nel rosa trasognato di un’alba sul mare, nel cielo piovoso veronese, nella nevicata sul castello di Salisburgo o nel sole estivo che filtra nell’intricato fogliame del bosco delle Bertone.
E poi Bruxelles, Parigi, Londra, Firenze ,Porto s.Stefano, la Versiglia, Orvieto, Verona, Salisburgo, Amsterdam, Venezia, Venezia….Un viaggio che parte da casa e lo porta in giro per il mondo! Appunti di viaggio per un viaggiatore attento e curioso!
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LAURA CADELO BERTRAND-ALCEO POLTRONIERI Segni e disegni
Da un’intervista a Laura Cadelo Bertrand:
Cresciuta in un contesto artistico, evoluta praticando varie forme d’arte, non distinguo più confine tra tutte loro.Una forma d’arte può confluire nell’altra ed esprimersi liberamente avendo in più tutti gli strumenti di lettura, di interpretazione, di analisi e anche tecniche di tutte quante.Le mie sculture, che siano gioielli, lampade, ecc. evocano atmosfere, personaggi, storie, luci, sentimenti, parole e gesti conosciuti, sconosciuti, desiderati, inquietanti e a volte fastidiosi...
Il fruitore di una mia opera spesso condivide e si appropria di una di queste mie visioni.Le tecniche che uso sono solo strumenti che mi permettono di arrivare al mio scopo.Per adesso utilizzo sbalzo, incisione, traforo, battitura, saldatura, ricamo, uncinetto ecc. applicato a materiali poveri quali rame, ottone e alluminio, realizzati senza fusione e senza galvanica, processi ambedue inquinanti.
Tutti pezzi singoli che ci liberano dall’aspetto “ornamento” e dichiarano la nostra personalità e stato d’animo...
Da un’intervista a Alceo Poltronieri:
Mi chiamo Alceo. Sono nato a Mantova il 22 settembre 1924 per colpa di mio padre di mia madre. Ho usato le mani per dire che non servono a niente, né per tenere lontana la nostra disperazione né per pregare. Le nuvole le ho fatte perché mi piacciono. Questo è il mio programma per l’anno 1982. Io mi trovavo nella tradizione della prospettiva classica e la cosa mi limitava. Io volevo uscire dal quadro ed entrare nel quadro liberamente, cosa questa che la prospettiva classica non mi permetteva di fare. E ho cercato, cercato fino a trovare un nuovo sistema. Adesso, fra la prospettiva classica e la mia nuova prospettiva la differenza è evidente: basterà confrontare un mio quadro tradizionale con quelli recenti. La legge e il principio che regolano la mia nuova prospettiva consiste nel fatto che ho preso come linea dell’orizzonte la base della cornice. Così degne figure possono entrare o uscire a piacere dal quadro. Oltre alla teoria della nuova linea dell’orizzonte, adesso mi diverto a usare oro e argento.
Biografia Laura Cadelo Bertrand -->
Biografia Alceo Poltronieri -->
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GIULIANA NATALI, Faim de Femme | 2-24 ottobre 2015
L’eros, rappresentato dal corpo femminile, associato al cibo, nella visione comune diventano due aspetti di uno stesso piacere, di uno stesso desiderio, di una stessa seduzione. L’eros, come il cibo, “saziano” un bisogno fisico.
La letteratura ha fornito sicuramente fonti d’ispirazione che hanno arricchito l’immaginario collettivo: Ne è un esempio la descrizione della bambina bollita presentata nel vassoio come pesce, al banchetto descritto da Curzio Malaparte ne “La pelle”.
Il titolo scelto per la mostra vuole essere prima di tutto un gioco di parole e suoni al quale si presta la lingua francese. “Faim” allude tuttavia ad una sorta di cannibalismo nei confronti del corpo femminile di cui la società dei consumi (e non solo) fa ampio uso.
La fame a cui si allude è una fame metaforica, indotta da una vita frenetica, frustrante, che fa sentire l’essere umano in uno stato di perenne insoddisfazione.
Le opere presentate in mostra, oltre ad alludere al binomio cibo-corpo, in modo del tutto ironico, mireranno a porre il visitatore di fronte a se stesso e alla propria esistenza attraverso una serie di “Vanitas” ed elementi-immagini che richiamano l’attenzione sull’aspetto precario e fragile della nostra esistenza.
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